1971, Via Vittoria, una strada completamente diversa da ora, dove convivono una accanto all’altra vecchie botteghe artigiane. Erminia Ferrante sposta dalla propria casa in via Giulia negli spazi lasciati vuoti da un negozio di pianoforti il proprio atelier, dove da anni crea vestiti per sé e per un ristretto cerchio di clienti ed amiche (Giulietta Masina è fra le più assidue).
Il suo è un destino già scritto: i nonni avevano un negozio di tessuti da sartoria a Napoli e lei stessa, fin da piccola, acquista dimestichezza con i tessuti e con gli arnesi delle sarte che lavoravano in casa.

La boutique è da subito un unicum nel panorama del centro della città: anche quando i grandi marchi del RTW hanno iniziato ad aprire i loro negozi nelle zone circostanti, i capi originali e senza tempo, frutto di sapienza sartoriale italiana, affiancata ad una sensibilità innata nella scelta di tessuti di pregio sono stati un’alternativa vincente.
La stessa sensibilità porta Nia ad aprirsi a suggestioni esterne: a partire da un primo avventuroso viaggio in Egitto, sete ricamante orientali, cotoni stampati a mano africani, tessuti e filati in lana del Magreb entrano nel microcosmo dell’atelier: ispirazione etnica, coniugata allo stile italiano.

Alla fine degli anni ’90 Federico, il figlio, affianca Nia, in quello che viene scherzosamente definito “il fratello più piccolo”; nel negozio (curato dallo Studio Morq) una proposta più contemporanea: accanto al RTW italiano, creatività giapponese e coreana, minimalismo belga, brand francesi, denim newyorkese, sempre all’insegna di scelte non comuni e fuori da logiche scontate.
Via Vittoria, 48 – Via Vittoria, 30